I 10 dischi dell'anno

Poche premesse.

Questi sono gli album che mi hanno maggiormente emozionato. Bisogna sceglierne dieci e scartarne molti di più, non è facile. Inoltre molti non li ho neppure ascoltati. Al di là di questo credo non sia stato un anno memorabile, a parte Brondi che, non a caso, è primo. Non faccio differenze tra generi e nazionalità: i primi non esistono, le seconde non sono mai state una variabile cruciale. Le uniche regole che seguo sono inserire unicamente album originali, per cui non valgono demo, bootleg, live, raccolte ma nemmeno singoli, ep, ecc...


10) Afterhours – I MILANESI AMMAZZANO IL SABATO

L'ennesima dimostrazione che le cose vanno fatte salare, vanno aspettate al varco del tempo, va dato loro il beneficio del dubbio. Da entusiasta com'ero nell'ascoltare quest'album appena uscito, mi sono ricreduto nel momento in cui non ho più avvertito la necessità di ascoltarne alcun pezzo nei mesi che gli son seguiti. In previsione di Sanremo è l'album perfetto, per quel mi riguarda è forse l'album peggiore che abbiano mai realizzato. Tuttavia, visti i tempi che corrono, considerata la stima che comunque mantengo nei loro confronti, il decimo posto glie lo concedo comunque.

09) Bloc Party - INTIMACY

Bella lotta con gli Afterhours su chi dovesse chiudere la lista dei dieci dischi migliori di quest'anno. L'hanno spuntata loro, se non altro per pezzi come SIGNS, BIKO e MERCURY, dotati di una forza che non si trova in nessuna canzone dei milanesi. Nel complesso niente di nuovo rispetto ai lavori precedenti.

08)The Last Shadow Puppets – THE AGE OF THE UNDERSTATEMENT

Album fine, ricercato, e di stile, niente da dire. Se ne percepisce il talento, se ne leggono le influenze. Il tutto però mi pare anche molto sopravvalutato, più luccicante che autentico. Turner e Kane sembrano più impegnati a guardare quanto son bravi e belli piuttosto che a lasciare una traccia del loro stile e della loro maestria.

07) I Ministri – LA PIAZZA (EP)

Lo so, è un EP, ma conto di poter usare il mio diritto al torto nei confronti delle regole che ho stabilito io stesso, le quali non prevedevano l'eventuale presentazione di ep. Non ricordo come li abbia conosciuti, devo averli sentiti nominare, me ne sono interessato e mi sono innamorato delle loro giacchettine alla Julian Casablancas. Ho ascoltato il cd I SOLDI SONO FINITI (tra l'altro cd che allegava un'autentica moneta da un euro), e l'EP LA PIAZZA, contenente oltre al singolo che dà il nome al mini disco, anche un pezzo bomba come DIRITTO AL TETTO. Li ho visti al Corallo come gruppo spalla dei Fratelli Calafuria. Non ho assolutamente capito come mai il gruppo spalla non fossero I Fratelli Calafuria, di cui ho retto solo tre canzoni prima di andarmene. Qualcuno li ha già definiti i nuovi Afterhours. Il paragone è grosso, forse è eccessivo, ma il fatto che vengano già associati ad Agnelli & Co. conta. Diavolo, se conta!Un passo indietro che questi sparan sale.

06) Portishead - THIRD

Fa piacere sapere che c'è ancora qualcuno che prova a cimentarsi in qualcosa di diverso.

05) Calexico – CARRIED TO DUST

Non c'è niente da fare, io per questo genere perdo la testa.

04) Coldplay – VIVA LA VIDA OR DEATH TO ALL HIS FRIENDS

Accolto con diffidenza, mi son dovuto presto ricredere. Eleggo LIFE IN TECHNICOLOR canzone dell'anno.

03) Oasis – DIG OUT YOUR SOUL

Nella mediocrità generale, questi vecchi leoni riescono ancora a dire loro senza sfigurare. Non è poco.

02) Sigur Ros - MEO SUO I EYRUM VIO SPILUM ENDALAUST

Non sono il mio gruppo dell'anno solo perché se questo è l'anno di qualcuno, quel qualcuno è Vasco Brondi, e solo perché se non avessi visto CONTROL riterrei HEIMA il miglior DVD musicale che abbia mai visto. Credevo che con TAKK avessero raggiunto l'apice, invece mi ritrovo qualche anno dopo a consegnar loro un meritatissimo argento. Non hanno ancora smesso di incantarmi.

01) Le Luci della Centrale Elettrica - CANZONI DA SPIAGGIA DETURPATA

Su Brondi ho detto tutto quello che potevo dire e per fortuna sono riuscito a dirlo con un discreto anticipo rispetto a chi lo ha celebrato dopo (e per questo ringrazio le mie fonti!). Tuttavia se a proprio tempo l'avevo ritenuto un semplice discepolo di Ferretti, ora mi azzardo a dire che forse questo abbia addirittura più talento del maestro.

Molto più difficile è scegliere 20 canzoni, che siano 20, di quest'anno, anche di dischi estranei alla classifica. Sparando quelle che, adesso come adesso, ritengo le più significative, massimo una traccia per artista o band, dico, dando loro il “mio” ordine cronologico di ascolto, queste:
  • Lungimiranza – Offlaga Disco Pax

  • Angels – Black Mountain

  • Calm like you – Last Shadow Puppets

  • Machine gun – Portishead

  • E' solo febbre – Afterhours

  • Spooky couch – Albert Hammond JR.

  • La piazza – I Ministri

  • Piromani – Le Luci della Centrale Elettrica

  • Love is noise – Verve

  • Beautiful summer – Primal Scream

  • Inní mér syngur vitleysingur – Sigur Ros

  • Life in technicolor – Coldplay

  • Signs – Bloc Party

  • Waiting for the rapture (alt version) – Oasis

  • The day that never comes – Metallica

  • Kids – MGMT

  • Two silver trees – Calexico

  • Quando se non ora – Massimo Zamboni

  • First day of sun – God is an astronaut

  • Losing touch – The Killers.

Dispiace vedere chi è rimasto fuori, gente del calibro di Alison Goldfrapp, Elio, Bugo, Vinicio Capossela, i Kings of leon, i Rem, gli AC/DC, i Cure, i Raconteurs...ma purtroppo non c'è spazio per tutti, sarà per la prossima!

Emiliano non parla, Gringo!

Avrete senz'altro riconosciuto quest'immagine. Se invece non sapete a cosa mi stia riferendo e non riconoscente il poveraccio che si ritrova la pistola di Bambino su per il naso, inginocchiatevi e cospargetevi il capo di cenere.

Il film è TRINITA', Bud Spencer è Bambino, Terence Hill è, appunto, Trinità ed il malcapitato messicano è EMILIANO, una delle spie di Mescal, nemico dei nostri eroi. E' una figura a suo modo strepitosa e questa scena è forse una delle migliori del film.

Spero sappiate perchè.
"Emiliano non parla, Gringo!"
"Emiliano dice tutto, Gringo!"


Quel che segue non c'entra un cazzo con questa premessa, ma non potevo certo non farla.


Si tratta semplicemente di un aneddoto calcistico.
Qualche anno fa disputai una partita di calcio in un paese del Frignano. La compagine avversaria era prevalentemente composta da ragazzi meridionali e stranieri, ragazzi giovani, molto più giovani di noi. Erano mingherlini e correvano come lepri. Tra loro parlavano in arabo e in napoletano, adattandosi però alle istruzioni del Mister, rigorosamente in stretto dialetto montanaro, urlato con voce sguaiata ad ogni minimo errore.
Il loro capitano, il numero 4, era l'unico frignanese doc, si chiamava EMILIANO.
Del resto, Nomina sunt omina.

Emiliano era il più vecchio della squadra nonché il più esperto; giocava in mezzo al campo, abbinando parecchie legnate a poche ma lucide geometrie. Guidava un'accozzaglia di teste calde dai piedi nemmeno così buoni e a sua volta seguiva le direttive impartite dal Mister, un folkloristico "nanetto" cinquantenne, dagli occhi azzurri spiritati, dalla lunga barba bianca e con un berretto di lana nera appena calato sul capo. La giacca, una di quelle improponibili giubbe omaggiate da ogni società sportiva che si rispetti o meno, era rigorosamente aperta, per permettergli di gesticolare, di far seguire alle parole gli irrequieti e spasmodici movimenti delle braccia e delle mani, rivolti all'arbitro, ai suoi giovani rampolli, ma soprattutto al disgraziato Emiliano cui era riservato un trattamento del tutto particolare.

Emiliano era il suo bersaglio prescelto.
Se il Mister era la testa della squadra, Emiliano doveva esserne il braccio.
Il Mister comunicava, anzi, sbraitava a Emiliano le indicazioni, assicurandosi di accompagnarle con qualche madonna, e pretendeva che queste venissero eguite alla lettera, in ogni suo dettaglio, da ogni componente della squadra, altrimenti a pagarne le conseguenze sarebbe stato solo uno, sarebbe stato Emiliano.

La colpa era sua. Sempre. Dalla panchina si sentivano volare degli:"EMILIANOOOOOOOOOOO!!!" indipendentemente che fosse stato lui a sbagliare o che fosse coinvolto nell'azione incriminata, che la propria squadra avesse segnato o avesse subito un gol.

"EMILIAAAAAAAAANO!!!", delle urla feroci, belluine.

Emiliano interveniva sugli avversari in modo duro ma leale:"Emiliano! Vuoi farti ammonire?"
Emiliano interveniva sugli avversari in modo morbido e poco convinto, più per disturbo tattico che altro:"Emiliano! Mettici quella cazzo di gamba, no?".
Emiliano giocava di prima:"Emiliano! Porta la palla, no? Portala tu, cazzo!"
Emiliano portava palla:"Passala! Passa quella cazzo di palla, dai!"
Emiliano subiva fallo dopo aver portato palla:"Ti sta bene! Hanno fatto bene a picchiarti, così la passi prima, semo!"
Emiliano discuteva con l'arbitro che non aveva fischiato un fallo subito dai suoi:"Emiliano! Sta zitto, cazzo!"
Emiliano non discuteva con l'arbitro dopo un fallo subito da uno dei suoi:"Emiliano! Non dici niente? Sei tu o sono io il capitano?"

Emiliano non parla, Gringo.
Emiliano non rispondeva al proprio Mister, incassava colpo su colpo, e continuava a guidare una squadra senza qualità verso una brutta sconfitta per 3 reti a 1. Addirittura l'arbitro, snervato dalle urla rivolte al povero Emiliano, era arrivato ad intimare all'inquieto Mister di smorzare la rabbia e limitarsi a richiamarlo senza imbandire spettacoli caotici e grotteschi.

A fine partita mi sono diretto verso gli spogliatoi e ho incrociato il barbuto Mister avversario. Ha stretto la mano a me e ai miei compagni, dicendoci:"Brév ragas, iv zughé bein... Ma anche noi abbiamo giocato bene, a parte Emiliano..."

Emiliano, a mio parere, in quella squadra sgangherata di giovani con poche idee e confuse, era stato nettamente il migliore in campo, contribuendo a limitare i danni e tenendo su la baracca con calma e organizzazione.

Emiliano stava dirigendosi mesto verso gli spogliatoi e questa, per come la so io, è la fine della sua triste storia.

Emiliano non parla, Gringo.

Sigur Ros - HEIMA

Un'altra cultura musicale, un'altra armonia, un altro mondo.
Colori e immagini diversi da quelli che ho visto fin ora, atmosfere incantate e intrise di magia.



L'originalità di questi artisti e di questa musica va ricercata nell'origine stessa di questa gente, fuori dal mondo e forse, proprio per questa ragione, in grado di non subire alcuna influenza uniformatrice e capace di creare uno stile proprio, uno stile unico.

"Heima" significa "a casa".
Nomen omen, appunto.


Back to the future (Venti anni dopo)

Vi ricordate il mio penultimo intervento?

Si intitolava SU GRANDE RICHIESTA, lo trovate QUI (oppure più semplicemente potete scorrere il cursore verso il basso). Era una foto non di venti, bensì di diciassette anni fa, comunque la sostanza non cambia. Proprio grazie a quell'intervento nostalgico, al conseguente passaparola virtuale (facebook in primis) e ad un, quanto pare immutato, rapporto di amicizia nonostante le diverse strade intraprese dai protagonisti, è stato proposto un remake di quella gloriosa foto.

Ritorno al futuro...



Per cui eccoci diciassette anni dopo, vestiti un po' meglio (ma in fondo chi lo può dire? chi può dire che tra altri vent'anni non guarderemo queste immagini con vergogna e compassione per i noi stessi del passato?), rispettato in ogni minimo dettaglio, dal triciclo trasformato in un motorino (ecchecazzo, così come noi non poteva certo non trasformarsi anche il triciclo!) alla macchina bianca di sfondo con incorporato vaso di fiori sulla capotta, non più la fatiscente familiare americana abbandonata davanti a casa di Bomber bensì la PANDA DEL BENESSERE di Diego.

Sì, sembra impossibile, ma siamo gli stessi di allora.

Abbiamo voluto superarci e se, al tempo, bella grazia finire il rullino delle vacanze estive per una foto che nessuno avrebbe considerato memorabile, perché non approfittare della tecnologia digitale per sbizzarrirsi in un numero idiota di scatti più o meno casuali???

Per cui sul profilo facebook di Fonzo trovate le foto restanti.

Prima di lasciarvi, un regalo.
Purtoppo non siamo riusciti ad avere a disposizione l'intero organico. Manca Vitori, impegnato per lavoro e manca il Bomber (emigrato in Irlanda), il quale, lo so, ha già visto queste immagini. Tuttavia erano presenti la Laura e Diego.

Che benessere...



Alcuni "Nota Bene":

L'EliZZZ in posa pop porno sul motorino di Marcuzzo, Fonzo senza collo, io vestito da fottuto sbirro americano, Marcuzzo con una faccia da marocco incredibile (ricordate quando Luca commentò la foto di venti anni fa dicendo:"Marcuzzo è uguale ad allora solo che adesso è più marocco di allora"? Giudicate voi, guardate che ghigno! L'Eleonora coerente con sé stessa con la gonna, Colla che sicuramente non era distratto dalla foto ma rimaneva assorto nei suoi pensieri lavorativi, Luca con una consolidata postura da leader intravista nel '91 e confermata ora, la sempre bella Vally, e le new entries Laura e Diego fieri di essere presenti in un momento così importante.

FACCIAMOCI UN APPLAUSO, ragasse e ragassi!
Eleonora Soru, Fabio "Colla" Franchini, Luca "Parru" Ricchi, Marco "Marcuzzo" Soru, Laura Franchini, Diego "Che benessere!" Marchetti, Valentina "Vally" Arrighi, Simone "Zeman" Ferrari, Marco "Fonzo" Canalini; sullo scooter Elisa "EliZZZ-Cocci" Ricchi. Dietro la macchina Fabio "Menga" Manfredi. Grandi assenti: Vittorio "Vitori" Marchetti, Fabio "Il Bomber" Tugnoli.

Control

Repubblica di Manchester, fine anni '70.
La storia di Ian Curtis, anima nera e profonda dei Joy Division.
Un pugno nello stomaco.
Niente sesso, droga e rock'n'roll, semplicemente il dramma di un poeta maledetto (forse uno degli ultimi) che decise di mettere la propria vita in musica.



Ogni canzone è stata scelta con cura e pertinenza, tanto che, se riascoltandole ora su cd se ne percepisce l'età, si è in grado di contestualizzarle, di dar loro un tempo, un'epoca, guardando il film ci si stupisce di quanto fossero all'avanguardia allora, di come molti dei gruppi venuti dopo abbiano dovuto fare i conti con Curtis, Sumner, Hook e Morris.

Mi è tornata alla mente una frase di Blade Runner pronunciata da Tyrrel a Roy.
"La luce che arde col doppio di splendore brucia per metà tempo. E tu hai sempre bruciato la tua candela da due parti, Roy."
Già...



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