E come l'anno scorso, e come l'anno prima - La mia selezione annuale

Premesso che indipendentemente dal fatto che sarà Natale sia che io faccia la compilazione sia che non la faccia, tanto vale, tanto è.
Buona lettura e buon ascolto!



SEZIONE ITALIA

01- Razzi Arpia Inferno e Fiamme – Verdena (WOW)
Partiamo dalla fine, partiamo dall'ultimo nato, si tratta pur sempre dei Verdena e l'anzianità di palco fa grado. Fin da quando ero monello sognavo di vedere un video dei Verdena dove Alberto Ferrari ridesse e Roberta Sammarelli avesse una tinta decente che me la facesse sembrare piacente. Questi fanno quello che vogliono, a prescindere dal mondo musicale intorno. E a noi non ce frega un cazzo che le parole non abbiano alcun senso, dobbiamo concedere di tutto a questi tangheri bresciani che non hanno orrore né dei loro baffi né di non seguire mode e canoni.

02- Il sole (è importante che non ci sia) – Ministri (FUORI)
I Ministri vanno sentiti, visti, letti, interpretati, rivisti, rivisitati e invitati al bar. Per talento musicale (Divi, per dire uno dei quattro, sembra tanto un povero scompagnato da festa a bestia e nulla più, ma sa suonare, e lo so fare molto bene. E oltre a questo sa anche cantare e recitare. Se Morgan li ha voluti con lui in un esibizione un motivo ci sarà), per peso poetico (Federico Dragogna sa scrivere e rimare, e molto meglio di tanti altri impunemente in circolazione) e per fotta live (BEVO, DIRITTO AL TETTO, ABITUARSI ALLA FINE fanno paura) io li considero la più bella realtà rock italiana di questo periodo. Fuori sono finiti i tempi bui?

03- Del nostro tempo rubato – Perturbazione (DEL NOSTRO TEMPO RUBATO)
Sarebbe bello ridere di noi
di tutto il tempo rubato al nostro tempo a venire.
Sarebbe meglio ridere di noi
ma mi si stringe la gola non riesco a dirti una parola buona.
Amen.
E' un romanticismo in braghe corte, ma a me piace da matti.

04- La faccia della luna – Tre Allegri Ragazzi Morti (PRIMITIVI DEL FUTURO)
Io questi non li ho mai capiti e non mi sono nemmeno mai piaciuti, ma questa canzone l'ho adorata per almeno dieci giorni, ha cuore. Video meraviglioso, per inciso.

SEZIONE POST ROCK

05- Golden Sky – God is an astronaut (AGE OF THE FIFTH SUN)
Non possiedono le arti divinatorie dei Sigur Ros, i super poteri dei Mogwai, le capacità degli Explosions in the sky, ma il dizionario degli incantesimi musicali lo hanno aperto anche loro. Magari più semplici, più lineari, ma mai scontati, mai ripetitivi. Quando in questa canzone il pianoforte si mette a salterellare con il charlie e il rullante io vado ai matti.

06- Meet me in the basement – Broken Social Scene (FORGIVENESS ROCK RECORD)
Chi l'ha detto che il post-rock dev'essere triste? Lo hanno detto i Mogwai?
Allora si sbagliavano, basta guardare il video.

SEZIONE ELETTRONICA

07 – And the forest began to sing – Roysopp (SENIOR).
Avete presente quei cartelli indicativi riportanti la scritta:”Voi vi trovate qui”?
Ecco, come parte il pezzo (più precisamente quando parte il basso che manco si sente, ma si sente) noi ci troviamo in un posto preciso, l'Hinterland della magia.

08- Atlas Air - Massive Attack (HELIGOLAND)
Gioca con noi Robert Del Naja da Bristol e vince da solo, e a mani basse, il premio “Canzone più ascoltata dell'anno a casa mia”. Con questa ci ho riempito più cd “misti” da viaggio che piatti di minestra.

09- Dance yourself clean – LCD Soundsystem (THIS IS HAPPENING)
La spiegazione del perché questo pezzo faccia parte nella compilazione è dettagliatamente espressa con l'ingresso della batteria e del basso al minuto 3' e 08''.

10- Domino – The Bloody Beetroots Death Crew 77
Fuoco a volontà.

11- Derezzed – Daft Punk (TRON OST)
Quando in Francia han voglia di far sentire dei ciocchi, bisogna guardare in alto perché passano direttamente ai fuochi d'artificio.

12- Second Lives- Vitalic (SECOND LIVES ep)
Il video (dai tempi di PRAISE YOU uno dei più belli che abbia mai visto)? Il basso? Il synth? La carica? Cos'è che frega?

SEZIONE VARIE

13 – Melancholy Hill – Gorillaz (PLASTIC BEACH)
Sembrava che Damon Albarn non sapesse più quale cappello mettere alla festa. Sembrava solo. Canzone meravigliosa, punto. La versione acustica che si trova su youtube è da fabbrica dei sogni.

14 – 1000 Years - Melissa Auf der Maur (OUT OF OUR MINDS)
Come disse qualcuno dopo il concerto, “niente di speciale a parte lei”.
Verissimo, ma lei, specie in questa canzone, è da Youporn sezione RECOMMENDED TO YOU (e la mia sezione reccomended to you è la “sua”, visto che i miei tag principali sono MILF e REDHEAD).

15 – Bloodbuzz, Ohio – The National (HIGH VIOLET).
I National sono l'impossibile e perfetto incrocio tra il Bruce Springsteen di Philadelphia e il Ian Curtis di Atmosphere. Se uno ci pensa, non ci può credere. Ma se uno ascolta questa canzone, ci crede per forza.

16- Dissolve – Chemical Brothers (FURTHER)
Nomen omen; Further: Oltre.
Una delle migliori canzoni del più bell'album dell'anno: smentitemi e diventeremo ottimi amici.

Citazione speciale per:
Waka Waka – Shakira.



Dei mondiali così brutti li abbiamo visti e vissuti sì e no in Inghilterra. Ma fa lo stesso, vedere muovere quelle belle gambotte della Shakira nel video di Waka Waka mi ha dato pegno per il pareggio contro la Nuova Zelanda e la sconfitta contro il Paraguay.
Anche perché a noi quelle magre stenche non ci piacciono, molto meglio questa rezdora colombiana quando inizia a ballare al 2' e 58''.
Dio te stradora, Cesira.

Scutmài

Non è intesa per gli scutmài di Maranello, ma il significato della spiegazione che segue è lo stesso.

All’inizio i gruppi che si insediarono nel territorio, formando quindi una comunità, erano costituiti solo da poche famiglie alcune delle quali portavano lo stesso cognome. Dopo alcune generazioni, per distinguere il ceppo di discendenza, nacquero gli scutmài, ossia i soprannomi, che sono sopravvissuti al tempo tramandandosi oralmente tra le varie generazioni.
E’ oggi impossibile affermare con certezza, quali siano state le origini di detti soprannomi, anche se ipotizza un’influenza da parte delle abitudini, di qualche evento particolare o, più semplicemente, del lavoro svolto.

La mia discendenza da parte di padre è maranellese purosangue.
Vuole dire che mio nonno e mia nonna provengono da due vecchissimi ceppi familiari del paese.
- Famiglia Ferrari, ceppo Cherpiana; scutmài derivante dalla terra da dove venivano, poco sopra Fogliano, e tramandato fino a quando l'albero solitario sulla collina di Via Graziosi che ne portava il nome, piantato da mio nonno dopo la guerra, non venne abbattuto una decina di anni fa. I Cherpiana erano noti per essere una famiglia nervosa, cui non s'arrivava alla testa facilmente. Detto comune, per paese, quando un qualche esponente della famiglia se ne usciva con una mattata era:"Sa vot mai, l'è po' un Cherpiana..."
- Famiglia Canalini, ceppo Caràn: scutmài derivante dal cognome di un poveraccio (tale Carani) che mise in cinta una donna ricca e di buona famiglia di cognome Canalini. Il figlio prese il cognome della madre (caso più unico che raro per il tempo) ma creò uno scutmài nuovo, mutuando il cognome del padre.




Mio nonno chiamava mia nonna in due modi: vécia e caràna, il femminile di caràn.
Buona parte del tempo litigavano, ma si volevano un bene dell'anima, erano di un'altra pasta, di quelle generazioni hanno buttato via lo stampo.
Nel questionare li sentivo dal mio appartamento, sopra al loro.
Delle urla belluine, feroci.
Dei:
"Dio pedér, vécia!"
"Dio carlo, caràna!"

Ma roba che Germano Mosconi è arrivato lungo un bel po'.
Magari, semplicemente, queste invocazioni a Dio e alla nonna derivavano dal fatto che il nonno non trovasse, che so, l'ombrello, o i fulminanti, o il martello. Ma ogni scusa era buona per inveire al cielo mettendo in mezzo la vécia caràna.
Ma mia nonna, gran donna, non si è mai scomposta.
Prima rispondeva a tono al marito dipanando la matassa dei problemi, quindi se ne usciva con uno stupendo: "Bròt canchér d'un Cherpiana... e d'gir ch'i'm l'ivén dét ch'a vo' Cherpiana éeri tòt màt!"
La finezza del litigio stava nell'usare lo scutmài.
Si sarebbero potuti apostrofare coi nomi di battesimo "Pietro" e "Maria", o anche coi cognomi "Ferrari" e "Canalini".
No, usavano lo scutmài, nello scontro la differenza andava sancita quanto più possibile.
Era una guerra di parole, era giusto che iniziasse dalle più vecchie, dalle più profonde e potenti, dagli scutmài, per l'appunto.
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