La dura legge del contrappasso

Nella nuova azienda per cui lavoro si è svolto oggi il buffet di Pasqua.
Sono presenti tutti gli impiegati di ogni ordine e grado.
Essendo nuovo, non ho ben chiare tutte le facce, né le persone hanno chiara la mia.

C'è un altro ragazzo nuovo: lavora alle Spedizioni.
Mi colpisce molto perché, come me, perde i capelli e presenta gli stessi esatti problemi che ho io. Stempiato alla Werder Brema, frangetta che cala davanti alla fronte, pelata uguale a quella di Manu Ginobili...
Unica differenza: mentre io coltivo ancora qualche speranza, a dir vero debole, nella salvezza all'ultima giornata, lui non può più davvero farci niente.
Lo guardo in faccia, disinteressandomi della cute pilifera, ma purtroppo non è il solo difetto che ha: è brutto, ma brutto come la miseria.
Mi consolo. Io avrò anche problemi di capelli, di naso, di pancetta eccetera eccetera, ma quella faccia da gonzo io non ce l'ho.

Una signora che lavora in un ufficio a fianco del mio mi chiama e mi presenta ad una persona che non ho mai visto prima.
"Ti presento Simone, lavora in Amministrazione"
E l'uomo, un signore ormai prossimo alla pensione, mi guarda e replica:"Sarò anche vecchio ma mi ricordo di te!"
Avendo fatto ripetuti giri di presentazione e non potendo avere memoria di ogni singolo ghigno, replico:"Sì? Ci siamo già visti?"
E lui:"Certo! Ci hanno già presentati!"
Gli dico:"Mi deve scusare, sa, è che mi hanno presentato così tante persone che non ricordo tutti, mi perdoni!"
L'uomo però insiste:"D'accordo, ma non è tanto che ci siamo presentati, dovresti ricordarti di me!"

Penso a cosa cazzo voglia, quale sia il suo problema, qual'è argomento su cui sta insistendo, ma sono convinto di quello che gli ribadisco:"Se ci hanno presentato, ci hanno presentato lunedì scorso!"
Il vecchio, tra l'altro terrone, sentenzia:"Assolutamente no! Ci hanno presentato stamattina!"
Allora gli rispondo con fermezza, fiero di averla infine avuta vinta:"No, è impossibile: stamattina io sono stato tutto il tempo in archivio a cercare dei documenti."

Ed ecco la dura legge del contrappasso.
"Ah... ma tu in che ufficio lavori?"
"Lavoro ai Pagamenti."
"Non lavori alle Spedizioni?"
"No..."
"Allora mi sono confuso... è che stamattina mi hanno presentato un ragazzo nuovo, che lavora alle spedizioni, credevo fossi tu... Guardalo, è quello là!" e indica il tizio che avevo squadrato all'inizio, quello mezzo pelato, quello brutto, quello che io avevo etichettato come un povero disgraziato.

Non ho saputo continuare la discussione, mi ero meritato quel finale: un vecchio terrone che mi aveva spiattellato in faccia una verità tremenda, quella che poco prima io distribuivo quasi fossi io, il padreterno dei giudizi estetici.

Il vecchio, quasi pentito, si scusa, accentuando la richiesta di perdono con il passaggio dal tu al lei:"Mi deve scusare, aveva ragione lei... Non me ne voglia, per carità..."

"Non me ne voglia, per carità".

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