Maledetti anni dispari

"Però ogni due estati anche per te, puntuale, arriva la maledizione. L'anno dispari. Quello in cui non c'è la follia di un Mondiale o di un Europeo a guidarti." (Pierluigi Pardo)


David Luiz in uno dei suoi momenti più alti

È poi davvero così?


PERCORSI INCOMPRENSIBILI #1

Qualche anno fa, più precisamente nel 2011, su queste colonne, scrissi un articolo intitolato "Le cose importanti sono ok". Avevo da poco iniziato a lavorare dove sono impiegato tuttora e ogni cosa in quel momento mi stava dicendo bene. 
Ricordo che, quando proposi la mia candidatura, mi dissero che erano due le posizioni aperte per cui stavano cercando, quella di spedizioniere e quella di amministrativo, e di quei (come di questi) tempi non c'era nulla da scartare a priori o per dispetto ai santi. Grazie, probabilmente, a qualche buon ufficio e al mio titolo di studio, mi fu riservata quella "migliore", "più agiata", ossia la seconda. Da allora, ogni volta che ho incontrato quello che avrei potuto essere io, ossia chi era stato selezionato come spedizioniere, ho sempre pensato alla sliding door che mi aveva messo dov'ero e non dove avrei potuto essere.
Ringraziando gli dèi antichi e nuovi che fosse andata così, godevo di un sacco di privilegi, non avevo a che fare con trasportatori incazzati e sottosviluppati che non finivano una frase da quando avevano nove anni, non ero in mezzo ad un clima infernale come invece era spettato al mio alter-ego. Era come se tra me e lui, tra me e quello che avrei potuto essere io, ci fosse stata la stessa differenza di giudizio che passava tra un purosangue e un cavallo da tiro. E ciò vien scritto con rispetto, consapevole che non fosse assolutamente così e che mi fosse tutto andato di lusso.

Ebbene, a distanza di ormai quattro anni, sono cambiate molte cose. Sono stato spostato d'ufficio, mi sono stati affidati compiti più gravosi e di maggiore responsabilità, davanti ai quali capisco cosa vogliano dire l'esperienza, la malizia e i "relativamente" pochi anni di servizio. 
La giustizia poetica di tutto questo risiede nel fatto che, mai come ora, nonostante i ruoli siano diversi e molto lontani, ho costantemente a che fare con quello che avrei potuto essere io, perché, come direbbe Rust Cohle e come ultimamente ripeto spesso pure io:"Time is a flat circle, Marty"


Ebbene, per quanto valga la pena riconoscerlo (e se abbia un qualsiasi senso farlo) m'accorgo ora che si tratta di un ragazzo iper-disponibile, con la testa sulle spalle, una persona disciplinata e capace, che forse non avrebbe potuto far altro rispetto a quello che fa ora, ma lo fa con un'umiltà e una professionalità che meritano profondo rispetto. Capisco che al tempo non c'è stata alcuna distinzione tra muli e bastardi; semplicemente, ed in maniera del tutto pirandelliana, ad ognuno è stato dato il suo, che la vita altro non è stata che una serie di appuntamenti della nostra reciproca esistenza, una serie di percorsi incomprensibili che al fine ci hanno rimesso l'uno davanti all'altro, cambiando la forma degli eventi ma non la sostanza dei fatti.


PERCORSI INCOMPRENSIBILI #2



Quattro anni fa il mondo lavorativo stava cambiando radicalmente e sarebbe cambiato per sempre. La crisi avrebbe profondamente mutato le tipologie, i metodi e i tempi di lavoro. Io però ero entrato in un ufficio la cui resident manager era ancora vecchio stampo ed era refrattaria alle nuove impostazioni richieste dalle contingenze esterne. A distanza di tempo mi rendo conto di come il suo modo di lavorare fosse corretto in termini di concetti ma fosse perfettibile sotto tantissimi altri punti di vista. Ebbene, questa signora, prima di andare in pensione, mi ha insegnato tutto quello che sapeva. Successivamente siamo rimasti in contatto tramite mail, e le scrivevo ogni qual volta non sapessi gestire determinate situazioni, superiori per gravità alle mie conoscenze ma inferiori alla senescenza dei responsabili più alti in grado, cui non volevo rivolgermi più per orgoglio che altro. Il nostro carteggio mail era diventato una specie di rubrica da giornaletto da zitella, il cui oggetto, un po' per scherzo e un po' per posa, si chiamava, appunto: "L'esperto risponde".
Poi non ci siam più sentiti.

Beh, qualche settimana fa sono stato impegnato nella ricerca di documenti che erano stati archiviati fuori posto. Alcuni di questi erano stati messi via proprio dalla mia ex-capa. Il guaio era che in due anni erano cambiati molti uffici, e molte pratiche erano state spostate da un armadio all'altro e non era niente scontato individuarne la catalogazione.
Ho cercato ovunque, negli archivi dove vengono conservati i documenti più recenti, in quelli sotterranei e in quelli più nascosti. Mi son ricordato di quando la mia vecchia capo-ufficio era solita mandare in esplorazione me e non i factotum dell'azienda, affinché facessi un po' di gavetta, abituandomi ai lavori sporchi e noiosi. Non trovando nulla, anche io mi sono affidato a quegli stessi factotum ma nemmeno loro son riusciti a cavare un ragno dal buco
Allora mi sono affiancato a loro: io dicevo dove potevamo cercare e loro dove poter trovare.
Dopo tre giorni di ricerca inconcludente, ho avuto un lampo di genio e ho aperto l'armadio dell'ufficio in cui lavoro da poco più di un mese. Non avevo mai schiuso quelle ante. Beh, quello che stavo disperatamente tentando di rintracciare era lì davanti a me, era sempre stato lì, con buona pace e vari sfottò dei miei colleghi di avventura. Ho agguantato il raccoglitore tanto agognato e ho pescato gli incartamenti che mi servivano.



Ebbene, la beffa era che non mi occorrevano solo i documenti, dovevo ricostruirne la storia e, una volta fatto, capire come intervenire. La mia vecchia capo-ufficio aveva scritto tutto: era dettagliata, per filo e per segno, ogni cosa dovessi fare. Rileggere la sua grafia è stata un tuffo al cuore, era come se una lettera proveniente dal passato, e indirizzata a me, venisse letta nel futuro. Pardòn: nel presente.


PERCORSI INCOMPRENSIBILI #3

Quando la mia ex-capoccia se ne è andata in pensione, mi son ritrovato ad avere a che fare spesso con un'altra signora molto in gamba, il cui lavoro era, per molti incroci, perpendicolare al mio. Quindi capitava spesso di confrontarsi insieme, questionare e poi chiarirsi. Per scelte aziendali, quand'anche questa persona ha cominciato ad avvicinarsi al tanto agognato riposo lavorativo, le sue mansioni sono state suddivise tra me ed un'altra collega. È stato un passaggio di consegne graduale ma in realtà molto rapido, per cui, sebbene questa signora sia rimasta per altri quattro, cinque mesi, non ci siamo praticamente più sentiti, se non per riesumare quei cadaveri sepolti dai nostri comuni anni di gestione del lavoro. Fortunatamente non erano tanti.
Poi, qualche giorno fa, è arrivata la sua mail di commiato che mi sono stampato e che ho deciso di conservare.

Tutti questi paragrafi per dire cosa? 
Niente.
Niente e tutto. 
Perché il tempo passa, perché non ci si rende mai abbastanza conto di tutte le mattine che Dio mette in terra, di quanto le cose cambino, si evolvano e, fondamentalmente, riconducano sempre alla stessa matassa, ritornino sempre indietro.
Può sembrare ieri quando mi son trovato ad essere scelta, ad essere opzione tra un bell'ufficio amministrativo ed un turbolento spazio tra lo stabilimento e l'archivio, eppure non è passato che un attimo e, ora che mi ritrovo davanti tutto, è più che curioso tirarne le somme.
Può sembrare ieri quando la mia vecchia capo-ufficio mi redarguiva per ogni virgola fuori posto e fa specie aver dovuto cercare ciò che proprio lei aveva "nascosto" dove io non avrei nemmeno mai cercato.
Può sembrare ieri quando sono stato affiancato alla signora che è da poco andata in pensione, quella cui ho rubato più segreti del mestiere, diventando, nell'immaginario collettivo dell'azienda, il depositario di un sacco di argomenti apparentemente oscuri a tutti ma non a me.
Infine può sembrare ieri quando sono entrato in punta di piedi nella ditta in cui ancora lavoro e, processando tutti questi dati, è arduo oggi rendersi conto che da allora ho lasciato casa dei miei, il mio paese, convivo da due anni e, praticamente dopodomani, mi sposo. 
Ma soprattutto che, guarda un po', proprio in questi momenti mi ritrovo davanti i fantasmi del mio natale passato, presente e futuro, ciò che avrei potuto essere, ciò che sono stato e ciò, che nel frattempo, sono diventato: una sorta di termometro del tempo che è trascorso.



CAMBIAMENTO REPENTINO D'ARGOMENTO VOL.1

L'ultima domenica delle mie ferie estive avevo preso un foglio sul quale avevo scritto tutti i to do's che avrei voluto rispettare nelle settimane e nei mesi che sarebbero venuti.
Tra l'autunno e l'inverno ne ho rispettati la metà della metà.
Buona parte è stata ulteriormente procrastinata quasi fosse un'udienza fallimentare, qualcosa è diventato (fortunatamente) cassazione e qualcos'altro è stato messo tra "i sospesi di cassa", o, per meglio dire, "di vita". La verità è che la stragrande maggioranza di quei to do's è stata spazzata via da tutto quello che è successo dopo.

Da sx vs dx: Berta alla propaganda di partito, io e Santu alla vox populi et vox Dei, Chef Valle alla chitarra disturbata (con prezioso libello esibito al contrario: top class)

Come direbbe l'Avvocato:"...facciamo un passo indietro". L'ennesimo.
Più di ogni altra cosa, il mio impegno è stato assorbito dalla fatica dello spettacolo degli 11 Illustri Sconosciuti, di cui ho lungamente dibattuto qui e al quale è ha pure fatto seguito un'intervista a TRC e che si trova al seguente indirizzo.

http://www.trc.tv/produzioni/detto-tra-noi/?rid=MS628AKMBL7Q#.VWtYaM_tmko

Poi, verso Dicembre/Gennaio, io e donna Ilenia abbiamo deciso di sposarci.
Poi, verso Dicembre/Gennaio, l'AD della ditta in cui lavoro ha rassegnato le dimissioni (e di cui non ho scritto nulla nei paragrafi precedenti perché sarebbero occorsi scaffali e scaffali di biblioteche di Alessandria che non ne sarei comunque venuto a capo).
Poi, verso Gennaio/Febbraio, è venuta giù una nevicata omerica.

Winter is coming? No: winter has come. Dio bo se has come.
Greetings from beyond the Wall.

Poi il tempo è volato via.
La Corrida di San Geminano, il live degli 11 Illustri Sconosciuti (di cui sopra) contemporaneo a quelli dei Linea di Rottura al Red Lion a Modena, la laurea di donna Alessia, i due addii al celibato, a Trento e a Innsbruck, rispettivamente con gli amici di Pavullo e con quelli di Maranello. Immancabilmente, il classico viaggio primaverile nelle Marche a caccia di vinili. Infine la nascita delle creature di Max, della Lety e di Berta.


Belli come dei pagani

Il mariuolo di Spezzangeles, Alfo il batterista dello spazio e l'uomo d'esperienza

Non ci prendono più

Mago Merlino è un pederasta

Perché senza lo zozzo non è bbona. Qualcuno sa perché.


STAGIONI DI VITA - CAMBIAMENTO  REPENTINO D'ARGOMENTO VOL.2

Oltre che essere uguale a me, balla pure come me.

Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta.
In quella pubblica ascolto le band per cui sono disposto a pagare un biglietto pur di vederle dal vivo, quella privata è dedicata ai dj berlinesi tipo Paul Kalkbrenner (cui somiglio anche, o tale verità mi è stata rivelata da un barista di Pozza mentre mi assisteva collassare dopo la ghega ciclopica rimediata dopo il ritorno da Innsbruck:"Non te lo ricorderai mai perché sei duro come un palo e perché hai addosso un paio di occhiali da figa, ma tu sei uguale a Paul Kalkbrenner") e infine c'è quella segreta, popolata di canzoni terribili che però, per un motivo o un altro, adoro alla follia.


Una di queste è Sweet Disposition dei Temper Trap (e ancor di più la relativa versione da discoteca). Non ho idea di chi siano i Temper Trap, se questo sia il loro vero nome, da dove vengano, che terra li regga al momento o quale fine abbiano fatto.
In realtà non me ne frega nemmeno un cazzo.
Un commento su youtube sintetizza ogni mio pensiero al riguardo:"This is weird song and this band has a very strange sound. I admit I like this song but I am not sure why". Ciò che infatti conta è che ogni volta che mi capita di ascoltarla, queste chitarrone aperte, questa specie di shuffle modernizzato, la ritmica delle parole, mi rispediscono indietro nel tempo, a quando avevo ancora l'età e la garra per finire le serate in discoteca, e godermele di brutto, anche perché ho sempre sostenuto che io nelle balere ci sono arrivato troppo tardi, a fine carriera.
Non c'è alcuna malinconia in questo ricordo, si tratta solamente di una canzone che associo ad un momento (o una serie di momenti, quelli che io riconduco a "il mio periodo di grande sbandamento"), che mi mette in una buona predisposizione verso il passato, verso qualcosa che è stato bello, che non si presenterà più ma che voglio tenere in alta considerazione, e farlo mai come ora. E soprattutto questa canzone, come la Legge, è generale nello specifico: per quanto possa apparire buffo, nel voltarmi indietro Sweet Disposition viene prima di ogni altra canzone. Non so, forse sarà il nome.

O forse, come ho scritto qualche articolo fa, magari si tratta di questo.

Tutto questo per dire cosa? 
Niente.
Niente e tutto.
Perché, dovendomi sposare, ho dovuto distribuire le partecipazioni, e per farlo ho incontrato quasi tutti gli invitati dalla mia parte affinché potessi consegnarle loro brevi manu, perdendo quella mezz'oretta o quei tre quarti d'ora in chiacchiere. Se da un lato ci sono stati gli amici che frequento costantemente cui ho potuto darle per ultimi (trattandosi esclusivamente di una formalità), dall'altro ci sono stati le amiche e gli amici che hanno rappresentato stagioni della mia vita, persone con cui sono rimasto in buoni rapporti nonostante questi si siano fatti tangenziali o saltuari, e che comunque tengo ad invitare alle Nozze (Rosse).

The Lannisters send their regards

Per certi versi è stata una missione pastorale perché non è stato facile contattare tutti, accordare "un appuntamento" con ciascuno di questi, trovarsi e scambiare due parole senza imbarazzo e senza scadere nella banalità. La fortuna è stata aver potuto imbastire una specie di piccolo show da recitare ad ogni occasione, tanto il pubblico cambiava sempre: una specie di pièce teatrale in cui snocciolare gli aneddoti più divertenti legati all'organizzazione del matrimonio, affinando di volta in volta l'esibizione in vista di quella successiva. Se poi a tutto questo si addizionavano cocktail rinforzati, molto spesso offerti dagli invitati, alè: tutto di guadagnato.
E, dato che il successo dell'incontro, molto spesso, era garantito dalle suindicate condizioni di esistenza, incontrare questi amici mi ha molto spesso messo in una buona inclinazione, in una specie di sweet disposition, anche perché, in fondo, ognuna di queste conoscenze è stata ed è ancora a moment of love, a dream, a laugh, a kiss, a cry, our rights, our wrongs.


 A CONSUNTIVO

Tuttavia, perché un "tuttavia" c'è sempre, ne è venuto fuori tutto un campionario di tipi antropologici cui mi sono trovato davanti perché distribuire le partecipazioni è stato termometro del valore di molte amicizie e di altrettante conoscenze, più o meno profonde.
  • Ci sono stati i "sì" scontati ma non per questo non graditi enormemente;
  • Ci sono state persone che non credevo tenessero a me come invece hanno dimostrato quando mi hanno detto, senza se, senza ma e senza nemmeno sbirciare il calendario, che sarebbero venute stra-volentieri. Alcune di queste non s'aspettavano nemmeno di essere invitate e, quando ho consegnato loro la convocazione, ricevere la loro risposta è stata per me una bellissima epifania. Tanx for caring, pe' davèro.
  • Ci sono state persone che mi hanno dato conferma per poi tornare sui loro stessi passi, quando, forse, sarebbe loro convenuto tener alte le carte fin da subito. Da queste parti, quando qualcosa non è chiaro o non è definito si dice:"al g'ha l'aria ed la basòra". Ed è questo il caso: il loro atteggiamento è stato qualcosa di simile. In fin dei conti accettabile ma non così chiaro.
  • Ci sono stati quelli, e son stati signore e signori, che hanno detto di no, spiegandomene le ragioni e, vere o presunte che fossero, hanno avuto un peso specifico diverso rispetto ai "no di ritorno". Persone da cento misure e un taglio solo.
  • Ci sono stati quelli che mi hanno detto di no e dai cui, mai e poi mai, mi sarei aspettato un diniego. Per alcuni di questi ho trovato una giustificazione, più per reciproco senso di bontà d'animo che per ragione. Invece, se per altri (fortunatamente pochi) ho planato col sopracciglio o ne ho accettato le bugie, sperando fossero più bianche possibile, in certi casi è stato un duro colpo rimanere col cerino in mano, rendersi conto che, volente o nolente, non potevo far altro che inserire nella mia black list personale chi eludeva ogni criterio di negazione. Potrà essere una questione temporanea, come mi auguro, oppure no, Perché sì, alla fine, per quanto possa passare il tempo e per quanto questo smussi gli angoli più rigidi del mio carattere, prendo ancora fuoco con facilità, specie quando viene meno un presupposto emozionale.
E ora un pezzo che non c'entra un cazzo ma che piace ai giovani:

Il classico pezzo estivo


BAR SPORT? MAGARI!


Guarda Ciccio che se non ti va bene, qua fuori è pieno di bar.

Con alcune persone ci siamo visti in un bar di Maranello che detesto ma in cui vado spesso a prendere il caffè con un caro amico d'infanzia, cui, proprio lì, ho chiesto di farmi da testimonial. Spiazzato, è stata arguta la sua risposta: "Dove e per cosa devo venire a testimoniare?". Non aveva forse capito che gli stessi chiedendo di essere uno dei due best men di turno e non di rispondere per mio conto a qualche nefandezza combinata in uno dei miei venerdì ruggenti fuori giurisdizione. O o forse lo aveva capito ma la replica è stata geniale.
Beh, in questo locale mi è più volte capitato di andarci insieme al vecchio AD della ditta per cui lavoro, il quale era solito "costringermi" bonariamente a fargli compagnia quando non voleva che restassi in ufficio in pausa pranzo, pretendendo che mi riposassi un po' e tirassi il fiato.

Da quando ho preso a frequentare questo bar ci sarò andato una cinquantina di volte, e tutto questo sebbene il caffè costi un euro e dieci, e sebbene i gestori siano simpatici come la febbre a 39° il 15 di agosto, gente cui non piscerei in testa nemmeno se stesse andando a fuoco. Chiamano tutti per nome e, nonostante sappiano chi sia, di chi sia figlio e quali siano le mie conoscenze, con me no, con me non lo fanno ed ogni volta mi devo ripresentare. Gnes un cancher.
Il fatto è che è comodo perché è sì a Maranello ma rimane vicino a Spezzangeles, quindi in cinque minuti ci vado e in altrettanti minuti faccio ritorno in azienda. Per cui ho dato la punta lì a tutti gli amici e le amiche che lavorano nel mio paese natio, che non avrebbero fatto fatica a raggiungerlo e che, come me, non avrebbero perso troppo tempo per pranzare assieme.
La curiosità è che sono andato a mangiarci con tre amiche, e intendo non insieme bensì in tre differenti volte. La barista, linguacciuta e ignorante come uno che non sa neanche quanti maroni abbia un cavallo, avrebbe chiesto ad uno dei miei due testimoni, quello col quale mi ha visto in diverse occasioni, come facessi ad avere questo giro di ragazze. E nel fare questa considerazioni, non è andata troppo per il sottile né ha lesinato in complimenti di vario titolo:"Ma... il tuo amico, quello pelato e con la barba lunga, che, diciamocelo, non è nemmeno troppo bello, come fa a venire qui a pranzare con una ragazza diversa ogni volta? E poi, scusa, non gli converrebbe cambiare posto? Se una di queste se ne accorge? Non dev'essere poi così sgaggio".
Che ridere. Proprio vero che per ogni cane che abbaia c'è un coglione che parla.


NOSTALGIA, NOSTALGIA CHINAGLIA


Nel mio tour ho anche toccato casa di un vecchio compagno di Liceo, un ragazzo che non vedevo da almeno quattro anni. È stato un tuffo nel passato e anche un'emozione fortissima. Rivedere la sua famiglia, la sua compagnia; come direbbe una ragazza che conosco, ci sono casi in cui val la pena aprire parentesi romantiche nelle nostre inutili vite, che male non si fa.

Good friends we have, oh, good friends we've lost along the way


THE RED WEDDING

Comunque sia, il 18 Luglio (e oggi, mentre scrivo è il 21 Giugno, solstizio d'estate, e non so ancora quando darò l'ok di stampa a questo scritto), io e donna Ilenia convoliamo a nozze. Speriamo sia una bella giornata di sole che, come ebbe a dire Goethe prima di morire:"Più luce!", e, come dice mia zia, altra grande luminare:"Dal bròt teimp a s'e stòfa subét". Dovesse piovere, auguriamoci che sia una specie di Woodstock, come ha detto un mio caro amico, intendendo lo spirito con cui dev'essere affrontata la festa.
Speriamo di divertirci e che i nostri amici e le nostre amiche single approfittino dell'estate, della location e del karma positivo per dar vita a nuove coppie!
Castello di Montecuccolo ore 11.30 local time, matrimonio con rito civile officiato dal Sindaco di Maranello, trasferimento all'agriturismo di Serra Parenti (un angolo di Toscana nel Frignano), pranzo, musica e poi corroborante merenda a base di gnocco, crescenti e borlenghi. Una piccola sagra, insomma, una roba casa e bottega, prato e fiori.
Direi che si scopi sicuro, per chi è interessato. E se qualcuno vuol presentarsi alla sera, alla bersagliera e senza impegni di alcun tipo, è liberissimo di farlo.


CODA: MALEDETTI ANNI DISPARI, DICEVAMO

Tutto questo per dire cosa?
Niente.
Niente e tutto.
In teoria volevo scrivere qualcosa con cui mettere ordine tra i miei pensieri: in pratica la sbabbelata mi è bellamente sfuggita di mano, per cui non so se, scrivendo di pancia, sia riuscito a chiudere anche solo uno dei mille cerchi concentrici ho aperto. Se ce l'ho fatta, bene. Altrimenti pace, sarà stata l'ennesima volta, da quando stiamo organizzando il gran varietà matrimoniale, che, di riffa o di raffa, mi sono ritrovato a parlarne senza soluzione di continuità. Son diventato monotematico e me ne rendo conto ma del resto ho più o meno raccontato su questo blog tutti gli episodi salienti della mia vita e mai avrei potuto esimermi dallo scrivere di questo.
È che la verità è che più si va avanti più si diventa spettatori della propria esistenza, e ne discutevo proprio qualche venerdì fa con i miei più cari ex-compagni di Liceo.
C'è chi dice che la vita è ciò che ci capita mentre stiamo facendo altro ed è assolutamente così.
Per cui siamo uno po' spettatori paganti (per lo meno la maggior parte delle volte) e un po' protagonisti; siamo arbitri partigiani delle nostre stesse esistenze.

Ho svuotato il portafoglio di tutti gli scontrini strappati da quando ho preso appuntamento con tutti gli amici per consegnar loro gli inviti. Ho fatto male: avrei dovuto conservarli. Tra qualche anno mi avrebbero ricordato una geografia e una storia personali davvero intense e particolari, raccontandomi di aperitivi, pranzi e cene a Modena, Fiorano, Maranello, Formigine, Sassuolo, Pavullo e Serramazzoni, dei vari acquisti consigliati dalle persone più fidate nei negozi di abbigliamento e di gioielleria, e, infine, di ogni sacrifico fatto per incontrare tutti, gli incastri impossibili di tempo e clima, un'agenda così fitta da far invidia a quella di un sindaco di paese.
In fondo ne è valsa la pena: tornassi indietro, a tutti gli appuntamenti, anche quelli non indimenticabili, scatterei una foto tipo Gianni Morandi, una sorta di diario di immagini, anche perché, come ho cercato di raccontare, non sono mancate le cose buffe e divertenti, qualche inevitabile mancanza e le sweet  dispositons di cui ho accennato duemila righe fa.

Direi di aver esaurito gli argomenti. Son partito a scrivere dal paleolitico medio e, in un tempo medio di lettura di quattordici giorni, son forse riuscito a fare un sunto di tutte le puntate precedenti e uno spoiler di quelle future.

So, please please please, let me get what I want this time

"Tutto torna in mente, e si confonde. Altro che numeri primi, maledetti anni dispari. Ma tra caldo e zanzare, amari con ghiaccio e canzoni cretine, passerà anche questa. Coraggio, il 23 Agosto non è poi così lontano".

Coraggio, il 18 Luglio non è poi così lontano.
Così scrive Pierluigi Pardo e da chiosa fa un amico che mi ha ringraziato per l'invito al Matrimonio dicendomi che per fortuna è stato organizzato perché, altrimenti, negli anni dispari non succede mai niente. Eh già, cosa mi è toccato fare affinché gli anni dispari, i maledetti anni dispari, così maledetti non fossero.
Enjoy!

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